E’ sempre bello leggere pagine acute e piene d’amore su una delle proprie autrici del cuore. Ed è ancora più emozionante quando queste pagine sono scritte da un’altra delle proprie autrici del cuore. Quindi puoi immaginare come mi sono sentita mentre leggevo questo smilzo volume (📖 Woolf, Virginia. Jane Austen. LIT EDIZIONI, 2017) — direi che è stato come tornare bambina, e scoprire che il Natale si poteva festeggiare di nuovo, anche se era agosto.
Jane Austen raccoglie le pagine che Woolf ha dedicato, appunto, ad Austen. Si tratta di due saggi, “Jane Austen” e “Jane Austen e le oche”, e di alcune pagine tratte da Una stanza tutta per sé.
L’analisi dello stile e della tecnica di Austen è in realtà uno spunto per ulteriori riflessioni: quali sono le difficoltà incontrate da una donna che scrive romanzi? Perché Jane Austen scrive romanzi strutturalmente migliori rispetto a quelli di altre colleghe, romanzi così ben riusciti da essere diventati immortali? In cosa consiste, di preciso, la sua grandezza?
Dopotutto, i suoi personaggi sono tratteggiati fino a sembrare quasi delle caricature; si potrebbe dire che ha meno talento di Charlotte Brontë; parla sempre dello stesso angolo di mondo dal quale non si è quasi mai allontanata.
Eppure i suoi romanzi si sono rivelati immortali, e a ragione. Virginia ci prende per mano e con la sua prosa sempre elegante ed evocativa, anche quando sta scrivendo un saggio, ci spiega perché.
Prima di iniziare è importante ricordare che Jane Austen o le sorelle Brontë non avrebbero potuto esistere se non fossero state precedute da tutte quelle donne senza nome, appartenenti alla classe media, che si sono guadagnate da vivere scrivendo.
Dietro la firma “Anonimo” c’era quasi sempre una donna, ci ricorda Woolf; dietro una singola voce, che sia di Jane Austen o di Charlotte Brontë, si cela l’esperienza di una massa di donne ormai dimenticate.
Punto uno
Austen è sempre se stessa: non cerca di scrivere “come un uomo”, non cede alle pressioni esterne. Nel suo percorso di scrittrice ha incontrato molti ostacoli, ma nelle sue opere non ce n’è traccia. E’ consapevole del suo talento e conosce la materia che meglio le si addice. Lei stessa scrive:
“No, devo rimanere fedele al mio stile e proseguire a modo mio per la mia strada. Se anche non riuscissi ad avere mai più successo in questa forma, sono convinta che incontrerei un sicuro fallimento in qualunque altra.1”
Punto due
La sua satira non risparmia nessuno (“sapeva essere spietata”, “un attizzatoio”, dice Woolf), ma non è mai amareggiata. A differenza di quanto accade con Charlotte Brontë, sotto la superficie delle sue frasi non ribolle la rabbia, solo una divertita consapevolezza dei difetti e delle mancanze altrui.
Punto tre
Parla di situazioni apparentemente banali, ma coinvolge i lettori, invitandoli a completare il quadro aggiungendo ciò che manca o che non viene esplicitato.
“Jane Austen è dunque padrona di emozioni molto più profonde di quanto si creda. Ci esorta ad aggiungere quello che manca. Sembra offrirci un’inezia che però si espande nella mente del lettore e si riveste di una vitalità duratura apparentemente triviale.”
Punto quattro
Anche se si tiene alla larga da entusiasmi e sentimentalismi, non ne nega l'esistenza. Questo è particolarmente evidente in Persuasione, dove Austen sembra aver scoperto “che il mondo è più vasto, misterioso e romantico di quanto aveva creduto”. Il risultato è che “qualsiasi cosa scriva ha come fine, struttura e perno la relazione non con la canonica, ma con l’universo intero”.
Immortale
Per tutti questi motivi, Austen e le sue opere sono diventate immortali. Per il modo in cui ha elaborato uno stile tutto nuovo, e dedicato una nuova attenzione alle emozioni, Jane Austen ha precorso Henry James e Marcel Proust. Chissà quanto lontano sarebbe arrivata, se la sua vita non si fosse esaurita così in fretta.
Come sempre, grazie per aver letto fin qui! Spero di averti incuriosit* a leggere questo libro, e magari anche quelli di Austen, e gli altri di Woolf. Io adoro entrambe: a Jane Austen sono particolarmente affezionata anche perché l’ho incontrata a tredici anni e poi crescendo l’ho letta e riletta, apprezzandone sempre una sfumatura diversa. Se mi chiedessi quale tra i suoi romanzi è il mio preferito, forse sceglierei Emma. E tu?
Nonostante la popolarità, penso che Austen sia molto sottovalutata: quanto spesso viene ridimensionata ad autrice di banali storie d’amore! E invece, ne sono sicura, nessuno come lei è riuscito a coniugare in maniera perfetta critica sociale, satira e relazioni.
Già che ci sono, ti consiglio anche il film che ho citato nel titolo di questa newsletter: Jane B. par Agnès V., di Agnès Varda. Una vera gioia per gli occhi e per il cuore: guardarlo è come visitare una mostra d’arte assieme a un’amica.
E come sempre, se hai consigli o commenti (o vuoi dirmi quanto ami Jane Austen), ti leggo più che volentieri. Puoi commentare qui sotto oppure, se sei iscritt* alla newsletter, puoi rispondere a questa email.
A presto,
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Della vasta corrispondenza di Jane Austen, purtroppo, rimane ben poco; ma per fortuna questa lettera non è andata né perduta né distrutta.
Nel 1816 James Stanier Clarke, bibliotecario di Giorgio IV, aveva inviato alla scrittrice un biglietto per ringraziarla di aver dedicato al Principe Reggente il suo romanzo più recente, Emma. (Il Principe Reggente ammirava molto Jane Austen, pare che la prima copia di Ragione e Sentimento fosse stata venduta proprio a lui; Jane Austen, invece, lo considerava un uomo detestabile. Non aveva potuto rifiutare di dedicargli uno dei suoi romanzi, ma nel farlo aveva utilizzato un tono così altisonante da risultare quasi ironico.)
Il bibliotecario, nel biglietto, si era concesso anche la libertà di invitarla a scrivere un romanzo storico. Ma Austen era decisa a difendere la propria indipendenza di scrittrice e un romanzo storico proprio non lo voleva scrivere. La sua educata lettera di rifiuto si conclude con queste parole.
M’incuriosiscono moltissimo questi brevi saggi di Virginia Woolf su Jane Austen. Grazie per avermeli fatti conoscere! Cercherò il volume.
Mancherò forse di originalità, ma il mio preferito di Jane Austen è sempre stato Orgolio e pregiudizio. 🤗
Quanto ti capisco!! Infatti il mio è consumatissimo, povero ahahah L’ho anche letto in lingua originale, non so se hai mai provato…